Modena, Teatro Storchi
produzione Emilia Romagna Teatro, Nuova Scena/Arena del Sole/Teatro Stabile di Bologna
Sonia Bergamasco, Kim Rossi Stuart, Desir Bastareaud, Francesco Benedetto, Giuliano Brunazzi, Rino Cassano, Francesco Cifani, Lea Cirianni, Leonardo Di Gioia, Giulia Innocenti, Germano Maccioni, Gianluca Morini, Giuliano Oppes, Valerio Peroni, Alessandra
Giancarlo Cobelli
William Shakespeare
Masolino d'Amico
Kim Rossi Stuart, Sonia Bergamasco, Desir Bastareaud, Francesco Benedetto, Giuliano Brunazzi, Rino Cassano, Francesco Cifani, Lea Cirianni, Leonardo Di Gioia, Giulia Innocenti, Germano Maccioni, Gianluca Morini, Giuliano Oppes, Valerio Peroni, Alessandra
Carlo Diappi
Robert John Resteghini
Pierluigi Pagano
Alessandro Saviozzi
Emilia Romagna Teatro, Nuova Scena/Arena del Sole/Teatro Stabile di Bologna
27 febbraio 2001 Modena, Teatro Storchi
Questo Macbeth si inserisce in un progetto più ampio realizzato in occasione del centenario verdiano: per completare l'omaggio al grande musicista infatti, Cobelli metterà in scena la tragedia shakespeariana nella doppia versione, in prosa e in lirica.
Protagonisti della versione di prosa, Kim Rossi Stuart e Sonia Bergamasco: due interpreti giovani ma già protagonisti della scena teatrale italiana per dar vita alla passione, all'ardore, all'ambizione, a emozioni e tensioni proprie della giovinezza.
Due versioni per un unico allestimento, per un'unica indagine registica che ha come punto di partenza e nucleo fondante l'opera in prosa, dalla quale scaturisce la versione lirica.
Potenzialità negative dell'anima, passione, disgregamento morale e fisico, solitudine: questi i punti cardini della tragedia, la base su cui Cobelli costruirà le fondamenta di questa messinscena. Il male insito nell'animo umano, la contrapposizione di forze che continuamente entrano in conflitto nella vita, dalle quali scaturiscono inganni, ambizioni e persino follia. Ma soprattutto la passione, non l'amore in questo caso, ma una passione amorosa talmente forte (e folle) da portare ad un ineluttabile disgregamento morale e fisico.
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La passione del male. Macbeth fra prosa e lirica
Da una conversazione con Giancarlo Cobelli a cura di Massimo Marino
Vogliamo addentrarci nell'analisi dell'opera di Shakespeare?
Non è soltanto la tragedia dell'ambizione, la sua vertigine è nella lotta che Macbeth sostiene con la sua coscienza e che lo atterrisce di fronte al gesto assassino contro il re. Questo è l'asse portante che una volta superato trascinerà il protagonista, ormai affiliato alle forze del male, alla tirannide e alla sua dissoluzione totale.
Ma è anche una tragedia di amore-passione, come direbbe Marguerite Yourcenar. L'amore non corrompe, l'amore crea; la passione corrompe, sia la parte interna dell'essere che quella esterna. Qui addirittura stiamo parlando dei somatismi di Lady Macbeth, che vive nel sonnambulismo la sua angoscia. Non chiamiamolo pentimento, la parola è un po' troppo cattolica e poi lei non sa cosa voglia dire pentimento; solo inconsciamente prova una forma di rimorso. Tragedia della passione che racchiude in sé anche l'egoismo.
Su quali altri binari corre questa tragedia?
La solitudine. C'è un momento struggente del loro allontanarsi. Quando in Lady Macbeth nasce il disgusto e il senso di inutilità del sangue, le loro strade si dividono. Tale distacco segna il punto in cui Macbeth riesce a compiere un gesto violentissimo su di sé - lui esercita molto la violenza su se stesso - uccidendo la propria coscienza. Ora assumerà lui le iniziative di immani carneficine.
(...)Dietro la tragedia dell'ambizione, dietro la passione bruciante fra i protagonisti, dietro i dubbi e i roventi desideri sembra di intravedere il tema primario della ribellione al padre...
Già Andrew Bradley indica la statura mitica dei personaggi che nasce per le risonanze di archetipi interiori, quali quelli di Prometeo o di Lucifero. Della ribellione al padre, alla divinità, alla sacralità del re. Macbeth uccidendo il re uccide la sacralità. Shakespeare nella tragedia ci racconta che in Inghilterra il piissimo re Edoardo guariva schiere di lebbrosi. Quindi non solo potere temporale, ma anche religioso con facoltà miracolose. Nei due protagonisti riecheggiano anche gli archetipi di Adamo ed Eva e la loro grande trasgressione.(...)
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