Nato a Pažobris nel 1952, formatosi all’Istituto d’Arte Teatrale Lunačarskij, il regista lituano acquisisce fama mondiale già negli anni Ottanta, quando Arthur Miller, dopo averne visto a Vilnius Pirosmani Pirosmani (1981), lo definisce esplicitamente geniale e si rammarica che la marginalità linguistica, più ancora della cortina di ferro, ostacoli la sua presenza sulla scena internazionale. Delle due “profezie” di Miller, fortunatamente, la prima si è rivelata più efficace: nonostante rimanga fortemente radicato nella cultura nazionale, Nekrošius è oggi ben noto in tutta Europa, non di rado lavora all’estero, ed è premiato e celebrato in tutto il mondo.
I suoi spettacoli sono del resto caratterizzati da un rapporto assai peculiare con il testo, che li rende molto più di altri accessibili anche a chi non ne capisca la lingua. Da un lato, infatti, le sue scelte cadono per lo più su classici della letteratura, da Shakespeare a Čechov, che il pubblico già ben conosce, dall’altro la rielaborazione drammaturgia che ne offre tende a ridurre l’importanza della parola recitata in favore dell’immagine, del gesto, del paesaggio sonoro. Per lo più drasticamente ridotto, ma assoggettato anche a ripetizioni o deformazioni che trasformano il discorso in suono, il verso poetico in verso animale, e talvolta visualizzato in azioni sceniche laddove l’opera originale prevedeva la narrazione di quanto avvenuto fuori scena (per esempio la morte di Ofelia in Hamletas, 1997), arricchito di movimenti dalla precisione espressiva di danza, il testo non è peraltro mai stravolto da Nekrošius in senso dissacrante o forzatamente anticonformistico: la sua rielaborazione sembra piuttosto procedere da uno scavo alla ricerca dell’essenzialità, del nucleo fondante della tragedia.
Anche sul piano visivo vige una particolare forma di stilizzazione. Le scenografie appaiono ricche, gli oggetti di scena acquisiscono un’immediata risonanza metaforica nonché una funzione catalizzatrice nei confronti della recitazione, ma nello stesso tempo il costante riferimento a poche categorie essenziali, e più precisamente agli elementi primari acqua, aria, fuoco, terra, e a materiali semplici come la pietra, il legno, il ghiaccio, costituisce una sorta di riduzione ai minimi termini della realtà, ed evoca le forze generatrici e distruttrici della natura con la rilevanza del rito, rafforzata dal carattere quasi di celebrazione religiosa che spesso assume l’azione scenica.
Se gli autori privilegiati da Eimuntas Nekrošius sono i capisaldi del canone letterario occidentale, le immagini create dalla sua regia si ancorano saldamente alla tradizione lituana, come nel caso dei geldos (sorta di mastelli di legno) che caratterizzavano l’intera messinscena di Otellas (2000-2001). Vi sono peraltro anche altre influenze nel suo teatro, che non disdegna l’apporto di altre arti (Desdemona interpretata da una ballerina, Amleto da un cantante rock…) né l’influsso della cultura popolare, particolarmente evidente nel celeberrimo Amore e morte a Verona, opera rock tratta da Romeo e Giulietta (1982 e 1996).
In una delle sue rare dichiarazioni, nel 2000, aveva affermato di voler portare in scena un classico della narrativa: “Ma forse mi sono stufato di portare in scena testi teatrali, mi sembra arrivato il momento di lavorare su un testo di prosa, prendere un romanzo e metterlo in scena. Ci sono poche pièce di buona qualità, mentre ci sono numerosi romanzi interessanti” (Oliviero Ponte Di Pino, Un Amleto lituano, http://www.trax.it/olivieropdp/nekrosius.htm)
Fra i suoi spettacoli ricordiamo anche Zio Vania (1986), Tre sorelle (1994) e Il gabbiano (2000) di Cechov, Il naso di Gogol’ (1991), Piccole tragedie (Mozart e Salieri, Don Giovanni, La peste) di Puškin (1994), Makbetas (1999), Faust di Goethe, coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione (2006) e il debutto operistico con Macbeth di Verdi al Maggio Musicale Fiorentino nel 2002, seguito da Boris Godunov di Musorgskij (2006) e La Valchiria (2007) di Richard Wagner. L’ultimo lavoro, Anna Karenina, una produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione, vede il debutto il 12 gennaio 2008 al Teatro Storchi di Modena.
FAUST (2006)
prima assoluta Modena Teatro Comunale 26 ottobre 2006 - VIE Scena Contemporanea Festival
Una produzione ERT
di Johann Wolfgang von Goethe
regia Eimuntas Nekrosius
con Vladas Bagdonas, Povilas Budrys, Vladimiras Dorondovas, Diana Gancevskaite, Destutis Jackstas, Gabriella Duodytè, Elzbieta Latenaitè, Viaceslav Lukjanov, Viktorjia Streica, Salvijs Trepulis, Vaidas Vilius, Margarita Ziemelytè
produzione Meno Fortas Vilnius
coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Theatre de la Place Liegi, Ministero della Cultura Lituano
ANNA KARENINA (2008)
Una produzione ERT
di Lev Nikolaevic Tolstoj
adattamento Tauras Cizas
regia Eimuntas Nekrosius
con Mascia Musy, Annalisa Amodio, Corinne Castelli, Nicola Cavallari, Vanessa Compagnucci, Gilberto Colla, Alessandro Lombardo, Paolo Mazzarelli, Paolo Musio, Renata Palminiello, Paolo Pierobon, Alfonso Postiglione, Nicola Russo, Gaia Zoppi
scene Marius Nekrosius
costumi Nadezda Gultiajeva
luci Audrius Jankauskas
musiche Tauras Cizas
assistenti alla regia Tauras Cizas, Daria Deflorian, Claudio Longhi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Aldo Miguel Grompone
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